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L’ACUFENE

L’acufene, o tinnito, è la percezione di un fischio, di un ronzio o di pulsazioni nell’orecchio, in assenza di fonti reali del rumore.

Può essere monolaterale o bilaterale e può essere percepito come proveniente da dentro o fuori la testa.

In letteratura viene definito come una percezione uditiva di suoni nell’orecchio e/o nella testa in assenza di uno stimolo esterno.

Per questo Werner Muhlnicken lo definì per la prima volta nel 1998 per la prima volta come una sensazione uditiva fantasma, paragonandolo alla sindrome dell’arto fantasma.

Questa sindrome si presenta a volte in persone che hanno subito l’amputazione di un arto con la sensazione di continuare a percepire l’arto che non c’è più.

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Gli acufeni possono essere continui o discontinui, variare anche ampiamente di intensità durante la giornata.

Possono essere percepiti solo da un orecchio o da entrambi o essere riferiti come diffusi nella testa.

Oggi l’acufene viene considerato il sintomo di un disturbo percettivo e non un segnale acustico che nasce in qualche punto dell’orecchio o del cervello.

L’acufene può essere causato da differenti disfunzioni delle vie uditive periferiche o centrali o di altre aree del cervello.

LE CONSEGUENZE PRINCIPALI

Causa spesso una condizione di fastidio e di disagio emotivo e può influenzare negativamente il sonno e la concentrazione, al punto da rendere molto difficile, nei casi più severi, la possibilità di attendere alle più comuni attività quotidiane (Andersson, Baguley, McKenna & McFerran, 2012; Davis & El Refaie, 2000).

L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI DIFFERENZIALE

E’ sempre indispensabile che l’otorinolaringoiatra effettui una diagnosi differenziale per escludere la presenza di una causa specifica sottostante diversa dall’ipoacusia neurosensoriale.

Tra queste può esserci la presenza di cerume nel condotto uditivo esterno o una patologia organica identificabile. Ad esempio, una malattia dell’orecchio medio (otosclerosi o disfunzione della tuba di Eustachio), una patologia cocleare (malattia di Ménière) o una patologia del nervo uditivo.

L’acufente, inoltre, può essere causato anche da disturbi non uditivi, come le anomalie vascolari, il mioclono e l’ipertensione endocranica.

La ricerca sugli acufeni sta seguendo due direzioni principali: quello dello studio dei meccanismi alla base della loro genesi e del loro mantenimento e quello dello studio di farmaci che possano silenziarli.

E’ stato ipotizzato che l’acufene sia una risposta maladattiva del cervello.

Il cervello assocerebbe il suono fantasma per la prima volta a paura e preoccupazione, innescando un’associazione con circuiti cerebrali legati alla paura e alla minaccia.

Questa associazione impedirebbe alla mente di relegare quel suono fantasma in quello stesso oblio in cui relega continuamente numerosi suoni di sottofondo presenti nelle diverse situazioni della nostra vita quotidiana.

L’acufene si verifica spesso associato a ipoacusia neurosensoriale o a iperacusia.

A questo link è possibile consultare una sintesi delle Linee Guida per l’acufene redatte nel 2014 all’American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery.

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