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CHI CI ISPIRA

Come giardinieri coltiviamo la crescita personale di ognuno come coltiveremmo la crescita di un albero.

Incoraggiamo un atteggiamento di crescita senza scopo, perchè ogni tappa del percorso è al tempo stesso un inizio e una fine.

Per quanto possa apparire paradossale a una società come la nostra, l’arte piena di fini, di obiettivi, come anche la vita, non hanno senso.

Affrettarsi, inseguire, sono azioni che distraggono, perchè tengono fisso il nostro sguardo su un domani che è solo nella mente e non lì fuori nella realtà.

Solo quando non ci si affretta verso una meta, i nostri sensi sono completamente aperti a ricevere il mondo. E solo i nostri sensi completamente aperti ci permettono di esprimerci nella relazione con l’altro e con il mondo e nell’arte, che è un’agire sul mondo.

Ci ispira primo fra tutti il più grande di tutti: Walt Whitman. Un poeta, sì. Non uno psicologo. Perchè la poesia, la grande poesia, coglie l’essenza della natura umana e la condensa in poche parole esatte, spesso più di mille trattati di psicologia.

Canto di me stesso di Whitman è la nostra guida, racchiude e condensa la nostra visione della vita e i valori che guidano il nostro lavoro. E ve lo dedichiamo!

Esortandovi a smettere di concentrarvi sul passato o sul futuro e di restare qui sul presente, a oziare con noi sull’erba, aperti e disponibili ad accogliere l’ispirazione, la bellezza, la vitalità, la natura, nel bene e nel male. Senza controllo.

1.

Canto me stesso, e celebro me stesso,
E ciò che io suppongo dovete supporlo anche voi
Perché ogni atomo che mi appartiene
appartiene anche a voi.

Io ozio, ed esorto la mia anima,
Mi chino e indugio ad osservare un filo d’erba estivo.
La mia lingua, ogni atomo di sangue, fatti da questo
suolo, da questa aria,
Nato qui da genitori nati qui e così i loro padri e così i padri dei padri,
lo, ora, trentasettenne in perfetta salute, ora
incomincio,
E spero di non cessare che alla morte.
Credi e scuole in sospeso,
Un po’ discosto, sazio di ciò che sono, ma mai dimenticandoli,
Accolgo la natura nel bene e nel male, lascio che essa parli a caso,
Senza controllo, con l’energia originale.

(….)

Non cadere per il peggiore degli errori: il silenzio.
La maggior parte delle persone vive in un silenzio terribile. Non rassegnarti e non fuggire.
(…)
Trasforma la tua vita in un inferno.
Goditi il panico che ti fa avere una vita.

ALAN WATTS

Il pensatore britannico Alan Watts illumina il nostro cammino.

La nostra normale sensazione di sé è una bufala o, nella migliore delle ipotesi, un ruolo temporaneo che stiamo interpretando o che siamo stati indotti a interpretare”, ha scritto nella sua celebre meditazione sull’ego, l’universo e sul diventare chi sei.

Ancora nel 1966 in The Book: On the Taboo Against Knowing Who You Are: “la sensazione prevalente di se stessi come un ego separato racchiuso in un sacco di pelle è un’allucinazione che non si accorda né con la scienza occidentale né con le filosofie – religioni sperimentali dell’Oriente“.

Ci ispiriamo a questa idea dell’illusione di essere isolati, scollegati dal resto dell’universo.

E siamo portati a guardare con sospetto e con ostilità il resto del mondo e a sottomettere con violenza la natura.

Apriamoci e accogliamo la vertigine di un sé che prende forma dentro il mistero centrale della nostra esistenza!

Scopo e significato del danzare è la danza, come scopo e significato del vivere è la vita.

«Scopo e significato del danzare è la danza. Come la musica, anche la danza si realizza in ogni momento del suo corso. Non si esegue una sonata per raggiungere l’accordo finale, e se il significato delle cose risiedesse solo nella loro fine, i compositori scriverebbero solo finali».

ALLEN GINSBER E LAWRENCE FERLINGHETTI

A segnare il cammino con Watts ci sono Allen Ginsberg e Lawrence Ferlinghetti.

Ancora due poeti. Controcorrente. Ribelli. Rivoluzionari.

Ginsberg primo celebre rappresentante della beat generation, tra i poeti americani più acclamati della sua generazione, ci guida nell’urlo nei confronti degli aspetti distruttivi e violenti della nostra società.

Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla follia, affamate isteriche nude (…)

da Howl

Poeti Beat a Londra
Allen Ginsberg con altri poeti e scrittori all’Albert Memorial nel South Kensington, a Londar, 11th June 1965.
Sulla sinistra (dietro, da sinistra a destra) Adrian Mitchell, Anselm Hollo, di fronte Harry Fainlight e Alexander Trocchi
Mentre partecipano all’International Poetry Incarnation alla Royal Albert Hall
(Photo by M. Stroud/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)

Pubblicata originariamente nel 1958, e da allora tradotta in tutto il mondo e venduta in oltre un milione di copie, A Coney Island of the Mind, l’opera più celebre di Ferlinghetti, raccoglie poesie irriverenti, psichedeliche, libertarie.

Lawrence Ferlinghetti
(traduzione di Giada Diano)

Gli scrittori leggendari della Beat Generation davanti alla libreria City Lights
Bob Donlon (Rob Donnelly), Neal Cassady, Allen Ginsberg, Robert LaVigne, and Lawrence Ferlinghetti (da sinistra a destra) fuori dalla celebre libreria City Lights di Ferlinghetti a San Francisco, in California, primavere del 1956.
(Photo by © Allen Ginsberg/CORBIS/Corbis via Getty Images)

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