
L’intelligenza è stata ampiamente studiata all’interno della psicologia delle differenze individuali. Ma questo studio ha causato molti problemi per via dell’ambiguità del termine.
Per questo ci sono numerosi modelli che cercano di spiegare l’intelligenza da prospettive anche molto diverse tra loro: dalle teorie basate su un solo fattore alle teorie delle intelligenze multiple.
Raymond B. Cattel ha sviluppato un modello dell’intelligenza basato su due fattori centrali.
Questi due fattori sono l’intelligenza fluida e l’intelligenza cristallizzata.
INTELLIGENZA FLUIDA
L’intelligenza fluida si riferisce alla capacità di adattarsi e di affrontare nuove situazioni in modo flessibile, senza che l’apprendimento precedente costituisca un aiuto determinante.
L’intelligenza fluida è fondamentalmente modellata dalle attitudini primarie, come l’induzione e la deduzione, le relazioni e le classificazioni, l’ampiezza della memoria operativa o la rapidità intellettuale.
INTELLIGENZA CRISTALLIZZATA
I disturbi del neuro-sviluppo si caratterizzano per l’esordio nel periodo dello sviluppo.
Alcuni si manifestano molto precocemente (ad esempio le disabilità intellettive), altri successivamente (ad esempio i disturbi specifici di apprendimento)
L’intelligenza in uso permette di spiegare le prestazioni di persone che riescono ad andare al di là di quanto le strutture intellettive farebbero presagire.
L’intelligenza di base, tipicamente misurata dai test cognitivi, spiega invece bene le differenze intellettive ritrovabili in diverse popolazioni, per esempio nello sviluppo tipico e atipico (disabilità intellettive vs. ADHD vs. poor comprehenders vs. dyslexics).
LE DISABILITA’ INTELLETTIVE
L’espressione «ritardo mentale» è stata sostituita da quella di «disabilità intellettiva» nel DSM-5 e da quella di «disturbi dello sviluppo intellettivo» nell’ICD-11.
Per disabilità intellettiva si intende un disturbo con insorgenza nell’età evolutiva, che comprende deficit intellettivi e adattivi negli ambiti della concettualizzazione, della socializzazione e delle capacità pratiche.
La diagnosi di disabilità intellettiva deve soddisfare i seguenti criteri:
– deficit delle funzioni intellettive, come ragionamento, soluzione di problemi, pianificazione, pensiero astratto, giudizio, apprendimento scolastico o apprendimento dall’esperienza, confermato sia da valutazione clinica che da prove d’intelligenza individualizzate e standardizzate
– deficit del funzionamento adattivo che si manifesti col mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socio-culturali per l’indipendenza personale e la responsabilità sociale (comunicazione, partecipazione sociale e vita indipendente, in più ambiti diversi, come la casa, la scuola, il lavoro e la comunità).
– insorgenza dei deficit intellettivi e adattivi nell’età evolutiva.
I livelli di gravità vengono definiti sulla base del funzionamento adattivo e non sui punteggi di quoziente intellettivo (QI), poiché è stato giudicato che sia il funzionamento adattivo, nelle aree della concettualizzazione, della socializzazione e delle abilità pratiche, a determinare il livello di supporto necessario a mantenere una condizione di vita accettabile.